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Pantaleone Pagliula

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PANTALEONE PAGLIULA         Nardò, 17 Giugno 2022                                               | inserito Eco/Ambiente 17.06.22


ALLARME PER L’INVASIONE DI MEDUSE NELLE NOSTRE COSTE
 

Le meduse sono delle creature decisamente affascinanti e misteriose che suscitano curiosità e alimentano fantasie. Silenziose abitanti dei nostri mari e durante questi giorni presenti numerose nel Salento, sono tra i pochi animali in mare a non scappare via quando le incontriamo. La frequenza con cui è possibile incontrarle oggi in mare è sicuramente aumentata rispetto a qualche anno fa e questo non è solo “fastidioso”, come commentano i più, ma è chiaramente preoccupante e dovrebbe farci riflettere.
E’ segno che qualche grave squilibrio ecosistemico è in atto e noi ne siamo in parte gli artefici.                                                                                      
 
Le meduse appartengono al phylum degli Cnidari, animali prevalentemente marini dall’aspetto gelatinoso dovuto alla prevalenza di acqua nella loro composizione (circa il 98 %) e si caratterizzano per la forma tipica a campana (ombrella) e una simmetria tetramera. Presentano la bocca al centro del lato concavo comunicante con una cavità gastrovascolare e sui tentacoli che si estendono dal margine dell’ombrello si concentrano batterie di cellule urticanti utilizzate sia per la cattura delle prede (piccoli animali planctonici) che per la difesa. Le meduse si muovono attivamente grazie a contrazioni ritmiche dell’ombrella o si lasciano trasportare passivamente dalle correnti .
 
Tra le specie più comuni presenti nel Mediterraneo si annoverano non solo specie “nostrane” ma anche varie specie “aliene” o “alloctone” (*) introdotte accidentalmente o deliberatamente in luoghi tropicali o sub-tropicali al di fuori del proprio habitat naturale e arrivate soprattutto attraverso il canale di Suez.
La specie che stiamo osservando in questi giorni  lungo le nostre coste è la Pelagia Noctiluca (5-10 cm)
molto diffusa nel Mediterraneo,  fortemente urticante e principale spauracchio dei bagnanti. Questa specie esibisce anche una caratteristica bioluminescenza notturna.
 
Secondo gli studiosi tra i principali motivi del costante aumento del numero di meduse c’è sicuramente il riscaldamento globale, causato dai cambiamenti climatici, che porta ad un innalzamento della temperatura media delle acque. Questa condizione favorisce la riproduzione delle meduse, che avviene più facilmente e velocemente, ma favorisce anche l’ingresso nel Mediterraneo di diverse nuove specie tropicali (aliene) che, trovando condizioni favorevoli, si diffondono.
 

Il bacino del Mediterraneo più di altre aree del pianeta sta subendo un impatto molto severo dei cambiamenti climatici, riscaldandosi più rapidamente rispetto alla media (20% in più).
Ormai la tropicalizzazione dei nostri mari non è solo un allarme, ma un trend consolidato che si assocerà, secondo gli studiosi, anche ad un innalzamento del livello delle acque, con conseguenze devastanti sull’ecosistema e sugli abitanti dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. (fig. www.lettore.org)
 
L’aumento termico medio delle acque non è l’unica causa dell’aumento delle meduse. Anche l’intensificazione della pesca è uno dei fattori antropici che sta gravemente impattando e impoverendo il nostro ecosistema marino portandolo a gravi squilibri. Il drastico calo della fauna ittica è un processo lento che associato ad altre minacce antropiche costituisce una preoccupazione di portata mondiale.
Il risultato della pesca intensiva non è solo la rarefazione dei potenziali predatori delle meduse (vedi tartarughe marine, tonni, pesci spada,ecc.), ma anche di quei pesci con cui le meduse competono per il fitoplancton.
Quindi, in assenza di competitori, le meduse si accrescono e si riproducono più rapidamente e la preoccupazione degli studiosi è che la continua sottrazione di risorse dall’ambiente naturale porterà ad un mare sempre più popolato da meduse e meno da pesci.
 
Oltre alla pesca altre minacce al nostro mare sono l’ inquinamento da scarichi civili ancora presenti lungo le nostre coste, la spazzatura a mare costituita soprattutto  da milioni di tonnellate di plastica, il turismo selvaggio e  l’introduzione di specie esotiche invasive che alterano profondamente gli ecosistemi .
Invertire questa tendenza è certamente difficile, ma non impossibile.
 
Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche perché questi problemi interessano ciascuno di noi . Le nostre scelte , le nostre azioni , il nostro comune impegno può  salvaguardare  la biodiversità e farci sperare in un futuro migliore al nostro pianeta.

Pantaleone Pagliula



*specie alloctona o specie aliena si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell'azione dell'uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo areale storico, autosostenendosi riproduttivamente nel nuovo areale. Alcune volte viene impiegato anche il termine di specie naturalizzata o specie spontaneizzata (specialmente nel caso di vegetali). Quando la specie alloctona, per le sue elevate capacità competitive, compromette gli ecosistemi originari, si parla di specie aliena invasiva. -Wikipedia-

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