Pantaleone Pagliula - NARDO' FOTO ARTE STORIA

Vai ai contenuti

Pantaleone Pagliula

GALLERIE > ECO/AMBIENTE
PANTALEONE PAGLIULA           Nardò, 18 FEBBRAIO 2023            | inserito Eco/Ambiente 18/02/2023

L’IMPATTO UMANO E AMBIENTALE DELLA GUERRA  IN UCRAINA
 
Parlando della guerra in Ucraina, sebbene sia una considerazione secondaria rispetto all’impatto sulle vite umane con oltre 100.000 vittime tra morti e feriti, è importante evidenziare anche i danni che il conflitto armato reca sull'ambiente, sull'ecosistema naturale e sull’intero pianeta.
Generalmente I conflitti armati, i bombardamenti e il movimento di truppe e mezzi militari provocano danni diretti all’ambiente e provocano la distruzione di interi habitat ed ecosistemi che non potranno più essere ripristinati oltre alla distruzione di coltivazioni, campi, prati, zone boschive con piante e animali oltre a fiumi, laghi, mari e oceani.
La regione del Donbass, coinvolta maggiormente nel conflitto armato, è già al centro di una catastrofe ambientale iniziata nel 2014 e si stima che sono stati distrutti oltre 500 mila ettari di ecosistemi e 150 mila ettari di foreste.
L’Ucraina è uno tra i Paesi più inquinati d’Europa e la qualità dell’aria era già considerata mediamente pericolosa dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità con un inquinamento pari a quello di un Paese fortemente industrializzato e una media annua di concentrazioni di PM2.5 doppia rispetto ai limiti di legge.
L’aumento dell’inquinamento dell’aria e del suolo è uno dei principali impatti ambientali della guerra considerato che le polveri sottili aumentano nell’ atmosfera e le macerie accumulate al suolo spesso contengono molte sostanze acide o tossiche.
A questo tipo di inquinamento si aggiunge l’inquinamento delle acque considerato che nel medio e lungo termine le sostanze e i metalli accumulati al suolo passano nella falda acquifera e inquinano le acque che diventano non potabili.
I metalli e le terre rare contenute nelle armi oltre a costare in termini economici e sociali per la loro estrazione, restano nell’ambiente invece di essere smaltiti correttamente inquinando aria, acqua e suolo e creando numerosi danni alla salute umana e a quella di animali e piante.
L’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è l’impatto più pesante che la guerra ha sull’ambiente e le stime ci dicono che un mese di guerra tra Russia ed Ucraina porta ad emissioni di CO2 nell’aria pari a quelle emesse in un intero anno da una città come Bologna.
Il danno che più si teme è l’inquinamento di tipo nucleare e radioattivo perché I residui nucleari e radioattivi permangono sul territorio per decenni e costituiscono un ulteriore pericolo per la natura, l’ambiente e l’uomo.
Asma e malattie polmonari, tumori e cancro, malformazioni e malattie genetiche sono nella memoria di chi ha vissuto negli anni del disastro nucleare di Chernobyl.
Petrolio e gas sono consumati in grandi quantità durante i conflitti armati e per avere un’idea dei consumi basta pensare che un carro armato leggero consuma 300 litri di carburante per 100 chilometri e immette oltre 600 kg di CO2 in atmosfera, un caccia F-35 utilizza oltre 400 litri di carburante ogni 100 chilometri e immette in atmosfera circa 28.000 chilogrammi di CO2 per ogni missione di volo.
Oltre a questi danni ambientali i conflitti armati portano gli abitanti delle zone di guerra ad emigrare creando nell’immediato campi profughi che sono anch’essi fonte di inquinamento del suolo e dell’acqua, con gravi problemi di igiene e salute personale e difficoltà nell’effettuare una raccolta differenziata dei rifiuti. L’emigrazione porta a povertà e questa porta a differenze sociali che innescano disordini civili.
In conclusione, i danni che la guerra porta sono enormi anche per la natura e l’ambiente: dalla distruzione degli ecosistemi, all’inquinamento di suolo, aria e acqua, fino all’aumento di anidride carbonica nell’aria che peggiora il riscaldamento globale e inasprisce il cambiamento climatico. Non solo la guerra causa quindi distruzione della vita e devastazione della società, il suo impatto sull’ambiente è più grave e duraturo di quanto ognuno di noi può mai immaginare.
Fino ad un anno fa ci sembrava che un’altra guerra, soprattutto così vicino a casa non potesse mai avvenire.
Oggi, assistiamo, essendo coinvolti, ad  una guerra che nessuno sa quando finisce...e con conseguenze disastrose umane e ambientali.
 

Pantaleone Pagliula                                                                                                                              


            puntoincontro.aps@gmail.com                       C.F. 93150460751
L’Associazione Punto di Incontro Aps , senza scopi di lucro, si è costituita il 24 Settembre 2019, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia, con la relativa iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale - RUNTS -   al numero 430/LE avvenuta in data 01 Dicembre 2020.
73048 - Nardò - Via Seminario, 3





Torna ai contenuti