Gino Caputo
SAGGISTICA



Chi era Titta Piccione
(a cura di Luigi Caputo)
Giovanni Battista Piccione, detto Titta, era il
mitico comandante dei Vigili Urbani di Nardò,
ove prestò servizio negli anni dal primo
dopoguerra sino agli anni 50.
Figlio di Luigi e di Concetta Calilli, era nato a Nardò il 2 aprile 1895.
Combattè nella Prima Guerra Mondiale e come lui combattè anche il fratello Corrado. [1] Giovanni Battista arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri (Comando III del Corpo di Armata), durante il conflitto bellico riportò il 14 marzo 1916 un grave ferimento alla mano destra e fu insignito oltre all’onorificienza di Cavaliere di Vittorio Veneto, anche della medaglia di bronzo al Valore Militare, con la seguente motivazione:

Della sua carriera nel Comando dei Vigili Urbani di Nardò ci parlano orgogliosi due suoi nipoti che conservano alcuni ritagli di riviste che, anche se non ben identificate, recano il nome dell’articolista Claudio Pirrini che gli aveva dedicato questo breve profilo:
«Titta pare che sia stato un comandante molto duro e temuto dai criminali di Nardò in quegli anni. 

Si raccontava che quando i prepotenti e violenti di Nardò arrecavano disturbo alla quiete pubblica e i vigili urbani non riuscivano a placare le risse, chiedevano subito l’intervento del comandante Titta Piccione che subito placava le furie dei personaggi violenti utilizzando la sua grande stazza e forza fisica, ripristinando l’ordine pubblico. Pare che il comandante Titta Piccione fosse un omone molto robusto, di alta statura fisica, dotato di una straordinaria forza fisica. Si racconta che lui, da solo, riusciva a sedare le risse delle “teste calde” di Nardò. Io non l’ho conosciuto ma la forza fisica (e morale) del comandante Titta mi è stata raccontata da alcuni cittadini di Nardò che lo conobbero. Ed alcuni di loro “conservano” ancora qualche cicatrice lasciata “in ricordo” dal comandante Piccione».
Un altro ritaglio recante sempre la firma del citato Claudio Pirrini aggiunge:
«Aggiungo qualche informazionesul comandante Piccione. Lui ebbe 7 figli (3 maschi e 4 femmine): Fabio, Tullio, Carlo, Imperia, Ersilia, Zaira e Valdesina; tre di questi sono attualmente in vita, cioè: Imperia, Zaira ed il novantaquattrenne Tullio. Una curiosità sul comandante Piccione. I suoi 7 figli (ed eredi dei figli) sono proprietari di una piccola strada chiusa in contrada Mondonuovo sulla cui strada sorgono le abitazioni (o villette) degli eredi del comandante Piccione. Si è cercato di denominare la suddetta strada chiusa proponendo la denominazione: “via Giovan Battista Piccione”. Ma, pare, che non sia possibile denominare quella strada in quanto si tratta di una strada privata».Un bollettino della Chiesa di «Antonio di Padova il SANTO dei MIRACOLI in Nardò (Lecce)», una copia del maggio 1961, ormai ingiallita conservata gelosamente da Pino Cordisco (nipote di Titta Piccione), reca un trafiletto commemorativo,con foto, dedicato a Giovambattista Piccione, deceduto il 13 aprile 1961:
«Con la fiducia in Dio, a 66 anni, salì a miglior vita, tra il cordoglio generale,
perchè di tempra adamantina.
Fu bravo soldato che portò sulle carni il sigillo indelebile e nel petto il segno
del valore.
Congedato, per oltre quarantanni fu vigile urbano, servì il paese e meritò
da tutti stima, espletando le mansioni fedelmente e con disciplina,
perchè aveva senso pratico e buon cuore.
Che il Signore lo abbia nella gloria.
Noi lo ricordiamo nelle preghiere e lo additiamo alla memoria».

Si ringraziano: Tullio Piccione, Claid Piccione, Pino Cordisco
[1]Le notizie sul curriculum militare di Giovanni Battista Piccione sono state tratte dal libro E.C. CIARFERA-M. MENNONNA, Quanto ti ho amata Italia mia!, Congedo Editore, 2017.
[2]E.C. CIARFERA-M. MENNONNA, Quanto ti ho amata Italia mia!, cit., p.208.


Gino Caputo