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Gino Caputo

SAGGISTICA
GINO CAPUTO       19 Marzo 2022                                                                                           in Saggistica | Chi era Flavio Manieri

       


                                     
 
 
Chi era Flavio Manieri    


Breve profilo biografico di un altro neritino
 
 
(a cura di Luigi Caputo)



Note Biografiche
Flavio Manieri era nato a Roma il 23 aprile 1940 (suo padre, neritino, fu  sottufficiale dell’esercito, musicista della banda militare nella capitale).
Psicologo clinico e psicoanalista, professore di Psicologia dell'educazione e di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione alla Università de "La Sapienza" e poi alla Terza Università di Roma. E’ deceduto a Roma il 4 ottobre 2019.

                                       
                                                                                     
 
Ho conosciuto Flavio Manieri negli anni 90. D’estate ci incontravamo, lui e sua moglie Annita, sulla scogliera di S. Caterina e, con mia moglie e mio figlio ancora ragazzino, ci trovammo a condividere una “spianata” (allora denominata “sotto l’ippocampo”, attualmente “sotto il Barrueco”) da dove facevamo il bagno nel mese a cavallo di luglio e agosto, quando da Roma veniva a trascorrere le ferie nella sua amata Nardò.
La sua affabilità, disponibilità e gentilezza nel discorrere, creava immediata empatia e stimolava vivo interesse per le sue parole ed argomentazioni, che mai tradivano toni di pedanteria e solennità. Una persona eccezionale che, poi, ho rimpianto di non aver più a lungo potuto conoscere e frequentare, salvo un incontro fortuito qualche anno dopo in una libreria di Roma. Il nome di Flavio Manieri lo ritrovai in seguito sia nel ricordo di tanti neritini suoi coetanei che nelle numerose copertine di libri, pubblicazioni scientifico-letterarie, incarichi e iniziative prestigiose che il suo prolifico curriculum ci ha lasciato.

Flavio Manieri aveva vissuto ed operato a Roma, dove era nato il 23 aprile del 1940.  
 

Suo padre, neritino, fu  sottufficiale dell’esercito, musicista della banda militare nella capitale. Psicologo clinico e psicoanalista. Professore di Psicologia dell'educazione e di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione alla Università de "La Sapienza" e poi alla Terza Università di Roma, Flavio Manieri era stato Direttore di ricerche
empirico-sperimentali. Già Visiting professor nelle università di Princeton e Yale (USA) alla fine degli anni '70, aveva a lungo insegnato Metodologia e tecnica della ricerca psicologica nell'Università di Urbino, e psicologia nelle facoltà di Magistero e di Medicina dell'Università di L'Aquila. Aveva fatto parte fra il '58 e il '65 della neoavanguardia e del primo Gruppo '63 [1], pubblicando - presso Lerici - «Modi» (1965).
Intensa era stata da sempre la sua azione nel segno delle libertà concrete e dei grandi temi della difesa civile. Aveva diretto negli anni 1967-68 la rivista Crisis e a Roma  l’ AREASOCIALE dello IICA (Istituto Internazionale per il Consumo e l'ambiente) e il FORISMA (Istituto di Ricerca e Azione sociale sulla Formazione e la Comunicazione Umana). Aveva presieduto lo ISIS, Istituto per lo Studio e la Ricerca Sperimentale sull'Immaginazione (1980-1990), il Centro Studi sull'immagine pubblica (1980-1985), e subito dopo l'I.I.C.A. (Istituto Internazionale per il Consumo e l'Ambiente)(1990-1991).
 
Era stato Presidente nazionale e cofondatore del Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la difesa degli utenti e dei consumatori), dove aveva seguito in particolare i problemi della Cultura e della Istruzione, e membro dal 1994 del Consiglio Consultivo degli Utenti, presso il Garante per l'Editoria. nominato membro del primo Consiglio Nazionale degli Utenti. Era stato anche segretario generale dell'A.I.P.U.R., Associazione Italiana Professori Universitari di Ruolo, e, dalla fondazione (1969) fino al 1980, direttore editoriale della Newton Compton Editori. Nella Newton Compton aveva diretto personalmente la collezione dei Saggi, quella di Psicoanalisi, e per un certo tempo quella di poesia e quella dedicata agli autori marxisti.
 
Dal 1964 al 1971 aveva diretto i servizi psicologici del Centro Internazionale d'Ortopedagogia, collegato alla C.E.E. Autore di alcuni volumi,[2] di un centinaio di lavori empirico-sperimentali e di saggi, egli era stato direttore del Giornale Italiano di Psicologia Clinica / Italian Journal of Clinical Psychology, condirettore di Psicologia e società, Rivista Italiana di Psicologia Sociale e, per qualche tempo, nello staff di direzione scientifica di Rinascita della scuola.
 
Aveva avuto collaborazioni giornalistiche col vecchio Momento Sera, col vecchio Paese Sera e col Secolo XIX di Genova. Aveva pubblicato volumi di poesia, dal primo Modi, citato, a Où (1988) e all'ultimo Locus caeruleus (1993), e collaborato con le più rilevanti riviste di poesia e d'arte d'avanguardia (Cfr. la prima raccolta di Bombay su Anterem, 1995).
Dagli anni '80, il suo lavoro si era prevalentemente orientato allo studio dell'immagine e dell'immaginazione umana sia al livello dei meccanismi cerebrali che delle rappresentazioni psichiche e delle produzioni formali.
 
Dopo il 1985, gli interessi si erano indirizzati in tre direzioni spesso interagenti fra loro, sempre sorrette da ricerche originali di tipo empirico-sperimentale:
- una direzione di analisi psicosociale dei vissuti collettivi, in particolare nel settore dell'istruzione, della cultura e della comunicazione;
- una direzione di analisi delle dinamiche educative in una condizione di degrado istituzionale;
- una terza direzione di analisi dei processi creativi coinvolti nella scrittura e nei fenomeni legati alla elaborazione poetica e critica.
Egli aveva fondato, per questo, a Roma nel 1993 il Centro per lo studio scientifico del testo creativo.
 
Aveva ricevuto il premio per la cultura della Presidenza del Consiglio, nel 1996.
 
L’elencazione della sua intensa e prolifica attività professionale, culturale e sociale, è oltremodo limititativa per i contenuti spazi della presente scrittura, tuttavia non sarebbe giusto non fare quantomeno cenno a qualcuno dei momenti  battaglieri del suo impegno in ogni manifestazione di pensiero ed azione, sempre coerente con le sue granitiche convinzioni. E’ appena il caso di ricordare che, vincitore di concorso per professore ordinario presso universita' italiane ed ottenuto la relativa nomina, in fine, tuttavia, l’aveva rifiutata , dimettendosi, in linea con i risultati dei suoi studi e con le sue conseguenti convinzioni. Le sue ricerche, per una buona parte dell'ultimo quarto del '900, lo avevano confermato in una percezione depressiva della qualita' sostanziale e dei possibili destini della nostra universita' (Pantere e vecchi corvi, 1993). L'universita' vi emergeva - in particolare, per la poverta' diffusa degli insegnamenti, per la qualita' media degli insegnanti, per l'endemica corruzione, per la promozione del servilismo - quale area diseducativa per i giovani: una sorta di enclave di sottocultura burocratica e di distorsione etica, con pratiche e vissuti interni di fatto separati dalla normale influenza dei nostri principi costituzionali. [3]
 
Non meno incisive e battagliere erano state le considerazioni rivolte da Flavio Manieri in veste di  direttore dell'Area sociale IICA e membro del Consiglio Nazionale degli Utenti, al Presidente RAI Zaccaria, in margine al convegno sulla Rai dei Democratici, nel Comunicato del 13 settembre 2000, ove aveva evidenziato critiche aspre e costruttive al servizio pubblico radiotelevisivo: «Perché un servizio pubblico radiotelevisivo, che risponda agli interessi di fondo che lo motivano, raggiunga un livello di sufficienza, non basta che abbia una buona amministrazione, come una qualunque attività commerciale, ma deve rispondere ad alcune condizioni di fondo, non ancora realizzate: - Indipendenza da influenze fuorvianti, di ordine privatistico o non trasparenti nei dati grezzi al pubblico controllo. Rai, dunque, fuori e subito da Auditel.(...)
 
La Rai pagata con canone dai cittadini, dovrebbe:
-Avere un ammontare del canone adeguato al solo ed effettivo servizio pubblico svolto;
-essere controllata anche dai rappresentanti delle associazioni di cittadini utenti;
-intonare la sua buona amministrazione soprattutto a modelli di sviluppo e promozione della qualità dei programmi, partendo dalla chiarificazione interna di cosa si debba intendere per "qualità" e via continuando con una sua gestione brillante. Il che vuol dire, come accade per lo più finora, non "melensa" e "funebre" (basti pensare ai toni di voce e alle musiche di accompagnamento dei programmi "colti"), oppure "corriva" e "banalmente superficiale".
Questa è la vera sfida del servizio pubblico: una sfida che offra modelli avanzati di comunicazione, informazione e formazione libera ai cittadini»
 
Flavio Manieri è venuto a mancare a Roma il 4 ottobre 2019.
 

[1] Il Gruppo 63, definito di neoavanguardia per differenziarlo dalle avanguardi storiche del Novecento, è un movimento letterario che si costituì a Palermo nell'ottobre del 1963 in seguito a un convegno tenutosi a Solanto da alcuni giovani intellettuali fortemente critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali tipici degli anni cinquanta.
[2] Fra gli ultimi: Sotto la libertà nulla, sul progressivo degrado delle libertà costituzionali in Italia, Pantere e vecchi corvi, Argo, 1993, su quindici anni di svuotamento del significato culturale, e sulla costruzione d'un sistema servile nelle nostre università, e Verde verticale '90, Mazzotta, 1989, sul rapporto fra spazio, visualità e scrittura nella poesia italiana dagli anni sessanta ad oggi.
[3] https://www.ildialogo.org/pace/Formazione_1320354096.htm
 
 
                                                                                    

Bibliografia
-F. Manieri (a cura di), Dieci anni di ricerca psicologica in Italia , 1970-1980, vol.1 e 2 Torino, Studioforma-Istituto Superiore di Psicologia Sociale, 1981 [corr. a Psicologia e Società . Rivista It. di Psicologia Sociale , 1-2, 1981; e 3-4, 1981].
-F. Manieri e V. Perilli, Lo stile cognitivo globale-articolato in ambiente contadino e pastorale. 4 ricerche su soggetti infantili fra i 7 e i 10 anni Roma, Edizioni Scientifiche Associate, Ricerche dell'Istituto di Psicologia dell'Università di L'Aquila, 8, 1981.
-F. Manieri, Emotional sub-code and lexical competence in phoneme processingRoma, Edizioni Scientifiche Associate -Ricerche dell'Istituto di Psicologia dell'Università di L'Aquila, 9,1982.
-F. Manieri e M.Manganaro (a cura di), Il lavoro del giornalista al Video-Terminale. Aspetti Medico-Psicologici, ergonomici e di immagine professionaleRoma, CASAGIT e FNSI, 1985.
-F. Manieri, Immagine pubblica e rappresentanza sindacale (Il caso dell'ultimo rinnovo contrattuale nella scuola) Roma, Cirmes, 1987.
-F. Manieri, La dimensione orale, Roma, Il Bagatto, 1992.
-F. Manieri, Pantere e vecchi corvi. Jurassic University, Lecce, Argo, 1994.
-F. Manieri, La libertà d'insegnamento: Storia d'una eutanasia per affermazione
Roma, Il Bagatto, 1999.
Inoltre un'ampia bibliografia delle opere di Flavio Manieri, (organizzata in: volumi scientifici, volumi letterari, lavori empirici e saggi scientifici, letterari, politici, lavori empirico-sperimentali e saggi sull'educazione umana, lavori empirici e saggi su contesti e strumenti formativi, lavori sull'Immaginazione e sull'immagine sociale, lavori di psicosociologia istituzionale e di psicologia sociale, scritti metodologici, scritti di storia della psicologia, scritti sull'elaborazione freudiana della psicoanalisi, scritti su psicologia e dinamiche collettive, scritti su psicologia formativa, arte e letteratura) è disponibile nel citato sito www.flaviomanieri.it.
     

                                                                                      

Gino Caputo
                                                                                                                                                                                     
                                                                                                                                                                               

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L’Associazione Punto di Incontro Aps , senza scopi di lucro, si è costituita il 24 Settembre 2019, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia, con la relativa iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale - RUNTS -   al numero 430/LE avvenuta in data 01 Dicembre 2020.
73048 - Nardò - Via Seminario, 3





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