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Gino Caputo - Dino Martano

SAGGISTICA
GINO CAPUTO                                                                                                           inserito Saggistica|  Chi è Fernanda Tollemeto





CHI E' FERNANDA TOLLEMETO  

Biografia di una neritina 'd'eccellenza'


(a cura di Luigi Caputo e Dino Martano)

Fernanda Tollemeto è nata a Nardò il 16 giugno 1943.
Dal 1959 vive a Roma.





È nata e vissuta fino al 1959 a Nardò, dove ha inizialmente frequentato l'Istituto d'Arte di Lecce e successivamente, trasferitasi a Roma, ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte della Capitale.
Ha manifestato fin dal principio il suo interesse per il mosaico e ne ha approfondito lo studio frequentando il primo dei corsi istituiti e tenuti a Parigi alla fine degli anni '50 dal maestro Gino Severini e con Riccardo Licata: nell'ambiente parigino ha incontrato alcuni artisti del tempo in ambito artistico e letterario.
Ha studiato mosaico nel primo corso istituito con la collaborazione di Gino Severini all’Istituto Statale d’Arte di Roma e scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Pericle Fazzini.

I mosaici di Fernanda Tollemeto

Le Verità

L'Alba del Nuovo Giorno

Il Passaggio del Testimone 2001

Studio di Rilievi

Buchi Nell'Acqua-Mosaico Scultura Mobile

Terzo Millennio Pianeta Azzurro

Opera

Paray Le Monial Francia 2018

Era molto giovane Fernanda quando si è imbattuta per la prima volta nell’arte musiva, era il 1959 ed ha avuto la fortuna di beneficiare degli insegnamenti di Gino Severini, illustre artista italiano d’avanguadia del ‘900. La Tollemeto sin da subito ha cominciato a rivoluzionare il consueto modo di fare mosaico: apportare cambiamenti non è stato semplice, visto che sono andati a sovvertire una tradizione secolare e la mosaicista si è dovuta confrontare con un passato musivo illustre e schiacciante, difficile da uguagliare e da superare. Fernanda ha riassunto in sé i tre principali cambiamenti che hanno sconvolto il campo dell’arte musiva nel ‘900.

Innanzitutto progetta e realizza praticamente i suoi mosaici, pertanto ha riunito in una sola persona due ruoli che da sempre sono stati distinti (e tutt’ora a volte lo sono ancora!), quello del pictor imaginarius, che inventa l’idea e stabilisce i colori, e quello del musivarius, cioè dell’artigiano che manualmente produce il mosaico. Bisogna considerare che in passato il mosaicista era considerato solo un protagonista subalterno e i mosaici prendevano il nome dei pittori famosi che li progettavano. Fernanda invece è artista e mosaicista allo stesso tempo e realizza opere originali e uniche senza mai copiare o imitare.

La seconda grande rivoluzione che ha interpretato è il passaggio dalla rappresentazione figurativa all’astrazione: in sintonia con le ricerche d’avanguardia del 900, Fernanda ha deciso di esprimersi attraverso forme astratte, ma non per questo le sue immagini sono meno chiare o comunicative, anzi da esse sembra emergere una vibrazione calda e profonda che penetra dritta nel cuore dello spettatore.

La terza rivoluzione è  la liberazione dalla tessera. Anche in questo caso la Tollemeto ha avuto dei precursori, infatti già dai primi anni del ‘900 circolavano fermenti innovativi e anticipatori come Gaudì apportavano i primi cambiamenti. Fernanda li ha ereditati e portati alle estreme conseguenze: ella non ha abbandonato del tutto la tessera, ma l’ha usata con parsimonia e l’ha stravolta perché non ha più contorni regolari; inoltre ad essa ha accompagnato l’uso di molti altri materiali che fino ad ora non erano mai stati adoperati nel mondo del mosaico. Grossi frammenti di vetro aggettanti, trucioli e schegge di metalli, polveri di marmo e sabbie di ogni colore e granulometria, lastre e lamine di metallo estese per ampie superfici, brandelli di stoffa, plastiche e congegni elettrici e termici per dar vita all’opera con luce movimento e calore. Anche la malta partecipa a dar vita all’opera e rimane a vista come gli altri materiali, dotata anch’essa di un ruolo estetico e non più esclusivamente funzionale. Infine la Tollemeto applica spesso dei fori sul supporto dei suoi mosaici nei quali poi incastona blocchi di vetro attraverso cui filtra la luce creando giochi di trasparenze molto suggestive. Certo, noi siamo abituati ai celebri buchi sulle tele di Lucio Fontana, ma dobbiamo riconoscere che nel campo dell’arte musiva lo sfondamento del supporto non era mai avvenuto.

Quali sono gli esiti di tutte queste innovazioni che abbiamo indagato? Mosaici unici e originali, di grandi dimensioni, scintillanti in giochi di luci e trasparenze, con forme molto aggettanti che lasciano trapelare il debole dell’ artista (che proviene da un passato di scultrice) per la tridimensionalità; opere la cui materia e le forme astratte sono intrise di profondi contenuti e dai cui emergono la gioia, il dolore, e la speranza che Fernanda prova di fronte all’esistenza. I materiali che utilizza infatti, dopo essere stati da lei assemblati, sembrano tornare a noi rinnovati di una misteriosa alchimia e non parlano più di materia, ma di trascendenza. Così attraverso le sue opere la mosaicista ci racconta la sua visione dell’universo rappresentando galassie e buchi neri con atmosfere astrali ed esplosive; in altri mosaici scruta l’inconscio umano penetrando negli abissi dell’anima e realizzando sublimi ritratti spirituali; ha poi ritratto la natura e i suggestivi paesaggi spirituali sono la testimonianza di un’artista che ha la capacità di osservare ogni giorno con occhio nuovo il mondo e la quotidianità che la circonda; ella ha anche raccontato la storia, la politica e la società attuale gridando con rabbia e violenza il suo credo ideologico; nelle chiese ha dato voce a temi religiosi esprimendo la gloria divina; nelle ricerche più recenti infine, sperimentando luci e trasparenze,  ha indagato le possibilità applicative dell’arte musiva all’architettura.

La Tollemeto in più di sessant'anni di attività ha prodotto oltre quattrocento opere che hanno fatto il giro del mondo con mostre itineranti e con acquisizioni: ha esposto non solo in Europa, ma anche in America, in Russia, in Africa, in Giappone, in Australia e i suoi mosaici sono conservati in collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Fernanda ha fatto parlare di sé in numerosi congressi e riviste e nel 1983 ha fondato l’Associazione Culturale Arte-Scienza-Spettacolo “Mosaico Oggi” allo scopo di promuovere il mosaico e questo progetto a lei molto caro è attualmente ancora attivo. Ella è stata ed è tutt’ora un’artista energica ed autentica, che non ha avuto paura di interpretare la sua epoca e ha avuto il coraggio di rinnovare l’arte musiva; ha predicato per una vita la necessità interiore di vivere lasciando una traccia e ci ha regalato un messaggio indimenticabile di luce e colore.
Dal 1961 al 1965 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Roma, studiando Storia dell'Arte quale allieva di Mario Rivosecchi e di Ferdinando Bologna, diplomandosi in Scultura sotto la guida di Pericle Fazzini e discutendo la tesi intitolata Il mosaico nilotico di Palestrina.

Attività artistica
La produzione artistica della Tollemeto inizia nel 1958: dal maestro Gino Severini ha appreso il concetto rivoluzionario rispetto alla tradizione musiva secolarmente consolidata di impersonare sia il progettista dell'opera (ruolo del pictor imaginarius) che quella del realizzatore dell'opera (ruolo del pictor musivarius). Dal contesto storico artistico del novecento deriva il suo distacco dalla rappresentazione figurativa del soggetto, che non è più imitazione realistica o ritratto, bensì una ricerca per suscitare un'emozione in chi osserva l'opera, comunicando attraverso le sensazioni evocate da figure astratte di cui contano tanto gli abbinamenti cromatici quanto i riflessi e le forme stesse delle tessere; di queste, prodotte dalle vetrerie di Murano, abbandona il criterio di regolarità preordinata: il suo approccio alla tecnica del mosaico non si limita ad utilizzare le tessere del mosaico cementate nella malta, includendo nel corso degli anni materiali sempre più eterogenei come frammenti grossolani di scoglio, scarti delle vetrerie artistiche di Murano come ad esempio colature di crogiolo, sfruttando la luce naturale o artificiale proveniente dal retro dell'opera, che spesso diventa così scultura tridimensionale. L'artista utilizza anche pietre vulcaniche (ossidiane, pomici, lapilli), sabbie di spiagge di varie località marine e di deserti, di cui sfrutta le colorazioni naturali o che colora artificialmente con aniline, ma anche lamiere, specchi che rendono l'immagine del visitatore parte dell'opera stessa, luci e resistenze elettriche che generano effetti visivi e tattili in cui il visitatore può toccare l'opera, cambiare l'angolazione di osservazione o girare intorno alla scultura.  Numerose le sue partecipazioni alle conferenze e mostre organizzate biennalmente dalla AIMC (Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei), ad esempio la XIV AIMC World Conference and Exhibition of Contemporary Mosaic in Vienna nel 2014.
Per ragioni di studio approfondisce a Parigi la conoscenza di Gino Severini e dieci anni dopo assume la direzione artistica del rifacimento dei mosaici del maestro al Palazzo dell’Esposizione Universale di Roma (EUR).
Nel 1964, Ungaretti la invita a partecipare alla IX Quadriennale di Roma e alle maggiori manifestazioni d’arte del periodo e Carlo Levi, nel consegnarle la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, le riconosce pubblicamente una: “libertà espressiva innovante l’antica tecnica musiva.”

Alberto Moravia in occasione di una mostra personale, ha sottolineato la capacità della Tollemeto di “percepire e trasmettere con i suoi mosaici, la dualità del <dare-avere> attraverso l’insolito connubio <mosaico-poesia>.”
Negli anni ‘70, continuando a inglobare la doppia figura del “pictor imaginarius e musivarius”, è riuscita a portare il mosaico dallo stato di sudditanza in cui si trovava fin dal ‘500 quando era usato come tecnica di traduzione della pittura, ad Arte tra le Arti, libera da condizionamenti.
Nei suoi 40 anni di attività artistica, di sperimentazioni e di ricerca, ha fondato l’Associazione “Mosaico Oggi” di cui è presidente e la "Museo Mosaico Oggi - Fondazione Fernanda Tollemeto". Ha poi ceduto “l’esclusiva” sull’espressione “MOSAICO OGGI” da lei inventata e depositata alla SIAE, a riviste e ad altre associazioni, per una più utile divulgazione.

Dal 1985 è iscritta all’A.I.M.C. (Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei).
Ha esposto in quasi tutte le maggiori città italiane e in molti paesi del mondo, promovendo convegni e dibattiti anche nelle scuole e università.
Ha partecipato con opere e comunicazioni a tutti i congressi dell’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei in Italia, Belgio, Giappone, Russia, Egitto e al CNR dell’Università di Bologna, presso la sede di Ravenna.

Annotazione personale dell’artista:
""…In seguito a una mia Mostra personale ripresa in TV nel 1985 e svoltasi prima a Roma e poi a Bruxelles, entrai in contatto per la prima volta con l’Associazione AIMC. Mi recai a Ravenna e vidi nel Parco della Pace ancora in allestimento, alcune opere molto interessanti.
Partecipai per la prima volta al convegno dell’AIMC che si tenne a Louvain la Neuve e a loro volta i Congressisti vennero a vedere la mia “Personale” che si teneva presso l’Abbaye de Forest, sede del Comune di Bruxelles (mostra realizzata a cura dell’Istituto Italiano di Cultura).
Fu veramente un interessante scambio culturale: mi resi conto che mentre a Roma sui giornali si scriveva che ero l’unica Artista “Romana” che si occupava di mosaico contemporaneo, nel mondo c’erano altri mosaicisti altrettanto validi e tornata a Roma, mossa da un ingenuo moto di generosità, girai all’AIMC l’invito che avevo ricevuto per realizzare nel 1987 una Mostra Personale di Mosaico nei Saloni di Palazzo Venezia, nel periodo che mi era stato assegnato.
Riferii la mia idea a Dante Bernini, Sovrintendente di Palazzo Venezia e davanti a tanto mio entusiasmo, capendo che la mia richiesta non era spinta da interessi politici o altro, accettò lo “scambio” e fece inoltrare subito da Claudio Strinati la proposta al Ministero per i Beni Culturali, secondo la prassi dell’epoca. Ero orgogliosa di me stessa! Ma bisognava muoversi in fretta.
Conoscendo le scarse possibilità economiche dell’AIMC ottenni dalla “Grafica di Leo” l’impegno a realizzare gratuitamente il catalogo per l’Associazione visto che l’editore lo avrebbe poi venduto. Paolo Portoghesi, era stato contattato per progettare un allestimento alla sua maniera e io, credendo di aver portato all’AIMC e a Ravenna “l’offerta” su un “piatto d’argento” mi recai subito dopo, a Torino a parlare con i dirigenti che si occupavano di Palazzo Grassi, per proporre poi a Venezia l’itineranza della Prima Rassegna Internazionale sul Mosaico. Avevo anche avuto dal Comune di Roma, l’impegno scritto di “ospitalità di tre giorni” per gli Artisti che in cambio avrebbero potuto donare un’opera per una futura Pinacoteca sul Mosaico Contemporaneo. Non avevo però fatto i conti con le gelosie di alcuni Ravennati che scambiavano Palazzo Venezia per una Galleria sotto casa e si prodigavano perché la Mostra non si facesse. Con una lieve ironia sulla “mafia del Nord” Bernini mi leggeva le lettere sui contrasti di Ravenna Centro. Non potendo spostare oltre le date, preferii non utilizzare per la mia Mostra gli spazi che mi erano stati in precedenza assegnati, per non far balenare a qualcuno l’idea che magari mi ero servita dell’AIMC per i miei scopi personali!""

Nel 2003 ha realizzato per l’ANFACI e la S.S.A.I. piccole sculture in plexiglas donate da quegli Enti, in occasione di importanti commemorazioni, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni.
A Roma suoi mosaici si trovano nelle chiese di S. Damaso Papa, del Carmelo, della Sacra Famiglia al Portuense e di S. Maria in Domnica alla Navicella; altri mosaici di grandi dimensioni si trovano in palazzi signorili, alberghi, banche, ospedali e scuole.

Riconoscimenti
Gino Severini le ha affidato nel 1972 la direzione artistica del rifacimento dei suoi mosaici al Palazzo dell’Esposizione Universale di Roma (EUR).
Alberto Moravia, ospite di una mostra personale dell'artista a Roma, nell'aprile 1973, descrisse la capacità della Tollemeto di "percepire e trasmettere con i suoi mosaici, la dualità del 'dare-avere' attraverso l’insolito connubio 'mosaico-poesia'".
Carlo Levi le consegnò pubblicamente la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica nel novembre 1973 (Premio "Città Eterna", Galleria Nazionale d'Arte, 11/11/1973), riconoscendole una "libertà espressiva innovante l’antica tecnica musiva".
Nel 2002 l'ANFACI e la SSAI hanno commissionato sue opere, in particolare la "Stele 2002", per donarle all'epoca al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi e al Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu.

"La storia della Tollemeto ha del magico, per una serie d’incontri con grandi artisti del novecento che hanno compreso subito il suo potenziale artistico, aiutandola e collaborando. Da giovanissima, a Roma, come già detto, ha avuto come maestro Gino Severini. E' ammirevole il suo coraggio per essersi mossa nel mondo dell’arte scegliendo il mosaico come mezzo espressivo e non per continuarne la decadenza ma per stravolgerlo, trasformarlo, farlo rinascere, fondendolo con tutto il meglio dell’arte dell’avanguardia dei tempi, fino ad arrivare ad uno stile personalissimo, tollemetiano appunto."

Nel 2008 ha esposto e proposto in dono una prestigiosa collezione di suoi mosaici innovativi per fondare il Museo Mosaico Oggi presso il castello comunale della sua città natale Nardò (Lecce) nella convinzione che offrendo stimoli artistici si possa contribuire allo sviluppo culturale di un paese in crisi.


Opere esposte:
•    Ministero della Pubblica Istruzione (Roma 1964)
•    Roosevelt Hotel (USA, New York 1974)
•    Dom Drusbij (Mosca 1975)
•    Pinacoteca di S. Maria la bruna e Arcivescovado (Napoli 1975)
•    Museo d’Arte Sacra (Bagnoregio 1976)
•    Fondazione Rèpaci (Reggio Calabria 1978)
•    Giardini Miri (Porto Cesareo 1979)
•    Banca d’Italia (Roma 1981)
•    Comune di Martano (Lecce 1984)
•    Chiesa di San Damaso, (Roma 1984)
•    Istituto di Cultura italiano di Bruxelles (Belgio 1986)
•    Istituto di Cultura e Pinacoteca di Abbaye de Forest (Belgio 1986)
•    Les salles du Club Les Colombes di Hammamet (Tunisia 1987)
•    Pinacoteca di Saponara (Messina 1989)
•    Palazzo dei Notai in Via dei Gracchi (Roma 1989)
•    Hotel Monteverde (Roma 1990)
•    Athena Medica e C.F.R. (Roma 1990)
•    Fondazione Parisi di Maccagno (Varese 1990)
•    Pinacoteca civica di Stamford (USA, Connecticut 1992)
•    Museo di scultura (Fregene 1993)
•    Banca CRT (Roma 1994)
•    Villa Marignoli (Roma 1994)
•    Chiesa della Sacra Famiglia al Portuense, (Roma 1994)
•    Museo delle Arti (Cina, Pechino 1995)
•    Memorial Garden di McAllen (Texas 1997)
•    Moody Medical Library di Galveston (USA, University of Texas 1998)
•    Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno, SSAI[16] (Roma 1998)
•    Tilburg (Olanda 2000)
•    Trevignano Romano (2002)
•    Chiesa di Santa Maria del Carmelo, Roma
•    Chiesa di Santa Maria in Domnica alla Navicella, Roma
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Qui di seguito forniamo altri link cui ci si può riferire per un approfondimento sulle opere della Tollemeto che negli anni ’80 ha fondato l’ Associazione Mosaico Oggi, di rilevo internazionale con sede a Bracciano.






 








            puntoincontro.aps@gmail.com                       C.F. 93150460751
L’Associazione Punto di Incontro Aps , senza scopi di lucro, si è costituita il 24 Settembre 2019, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia, con la relativa iscrizione al Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale - RUNTS -   al numero 430/LE avvenuta in data 01 Dicembre 2020.
73048 - Nardò - Via Seminario, 3





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