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Pantaleone Pagliula

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PANTALEONE PAGLIULA         Nardò, 19 dICEMBRE 2022                                | inserito Eco/Ambiente 19.12.2022


SPRECO ALIMENTARE..... ED ETICA.


Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica e ambientale. Specialmente durante il periodo delle festività natalizie cerchiamo di non sprecare cibo e di non utilizzare piatti e stoviglie di plastica.
 
 

E’ ben noto che Il macro comparto alimentare è responsabile del 30% circa del consumo di energia globale e del 22% delle emissioni di gas serra . Diffondere modelli nutrizionali e di consumo sostenibili è dunque auspicabile non solo per la salute e un’alimentazione più equilibrata, ma anche per l’ambiente.
 
Ogni anno un terzo di cibo del mondo viene buttato. La FAO stima che, lungo la catena di produzione degli alimenti, dal raccolto sino alla vendita, venga perso il 14% del cibo prodotto. L’Unione Europea ha stimato che in Europa vengano buttati via 88 milioni di tonnellate di cibo ogni anno, circa il 20% di tutto il cibo prodotto.          
L’ Italia si rivela la peggiore in Europa negli ultimi 20 anni con l'80% dello spreco generato dai consumatori e il 20% da scarti del processo di produzione e trasporto e vengono sprecati ogni anno per abitante 67 Kg di alimenti per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco.

Nel mondo il 17% di quanto viene prodotto viene buttato descrivendo una realtà che vede grandi ettari di terreno coltivabili utilizzati per produrre alimenti che vengono eliminati, scartati e buttati. Contemporaneamente nel nostro pianeta 795 milioni di persone non hanno cibo e la stragrande maggioranza vive nei paesi in via di sviluppo dove il 13 % della popolazione soffre di denutrizione e un bambino su 6 è sottopeso.
Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica ed ambientale. Ogni tonnellata di cibo sprecato è responsabile della produzione di 4,5 tonnellate di CO2 che sono il principale fattore del cambiamento climatica e del riscaldamento del pianeta che stiamo vivendo.
Una indagine condotta dall’Università di Bologna ha monitorato lo spreco alimentare in tre diversi contesti: famiglie, mense scolastiche e grande distribuzione.
Partendo proprio dalle famiglie, l’indagine rileva un’importante incidenza della dimensione del nucleo familiare sullo spreco pro-capite, con differenze significative tra single e famiglie di tre o più componenti evidenziando che chi vive da solo, generalmente spreca di più.  Lo spreco alimentare è più accentuato nel Centro e Sud Italia, rispetto al Nord.
I prodotti maggiormente sprecati sono le verdure (25%), seguiti da latte e latticini (17,6%) e frutta (15,6%). Circa la metà del cibo buttato è rappresentato da prodotti che non sono stati consumati in tempo, ammuffiti o scaduti.
Dai dati raccolti nelle mense scolastiche, emerge che quasi il 30% del cibo preparato non viene consumato. Di questo verdura e legumi rappresentano il cibo più soggetto allo spreco, seguiti da prodotti amidacei di base, pesce e derivati, uova e derivati e latte e derivati. Sovrastima del cibo da somministrare agli studenti e rifiuto di alcuni di loro a consumare determinati alimenti, sono le cause principali dello spreco.
 
Inserire nei programmi didattici delle scuole un corso di educazione alimentare, lotta allo spreco e sostenibilità dei sistemi agroalimentari, potrebbe costituire un ottimo stimolo per gli studenti a porre maggiore attenzione al sistema cibo.
Il terzo macrocontesto analizzato dall’indagine è la grande distribuzione alimentare, dove spesso ad essere buttati sono alimenti ancora adatti al consumo. Le principali cause dello spreco riguardano qui la presenza di rimanenze di magazzino e prodotti in scadenza, dovute alla difficoltà nel prevedere i flussi di vendita, danneggiamenti al packaging, rimanenze di promozioni, prodotti rovinati nel trasporto, nello stoccaggio o nella refrigerazione.
L’ortofrutta è il reparto che produce le maggiori perdite, seguito dal settore dei liquidi  Il reparto dei surgelati e quello della panetteria sono quelli con le quote più basse di spreco.
 
Gli esperti dello  Stop Food Waste Day del 2022 per prevenire e ridurre lo spreco alimentare,  raccomandano ogni giorno la realizzazione  della lista della spesa prima di andare al supermercato per acquistare solo il necessario, recuperare e utilizzare con creatività gli scarti, creare uno spazio nell’interno del frigo in cui inserire gli alimenti con il rischio più alto di essere buttati, donare le scorte extra a una dispensa alimentare oppure a una raccolta, controllare la scadenza degli alimenti.
Per Papa Francesco “lo spreco alimentare è uno dei segni nefasti della cultura dello scarto che mette in pericolo

il
destino stesso del pianeta, aumentando le diseguaglianze tra chi nel mondo ha troppo e chi invece ha troppo poco. Lottare contro la piaga terribile della fame nel mondo vuol dire anche combattere lo spreco. Lo spreco di cibo è come sprecare le persone “.
 
In questo periodo natalizio cerchiamo tutti di non sprecare cibo e di non utilizzare piatti e stoviglie di plastica monouso che purtroppo con la pandemia sono tornati prepotentemente ad essere utilizzati.
 
Pantaleone Pagliula                                                                                                                              


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